Pubblica Amministrazione a corto di personale: Giampiero Catone chiede di assumere i giovani

Nella sua battaglia contro il Reddito di Cittadinanza, Giampiero Catone mette in luce i vuoti nella Pubblica Amministrazione ed invita lo Stato a riprendere le redini in mano.

Giampiero Catone

Giampiero Catone: sempre meno personale nella PA

Nonostante i recenti bandi volti a rafforzare la Pubblica Amministrazione, per Giampiero Catone si tratta solo di “un pannicello caldo sulla fronte di un settore pubblico pericolosamente sguarnito di personale”. Il giornalista riporta che i lavoratori del pubblico impiego siano infatti ai minimi storici e che l’età media dei dipendenti supera di lungo i 50 anni.

Un dato che dovrebbe destare preoccupazione, soprattutto se si pensa che, a seguito di numerosi tagli, diversi servizi sono stati esternalizzati, portando il più delle volte a “uno scaricabarile di responsabilità”, favorito a sua volta da un intreccio di regole e norme che non fanno altro che rendere il sistema lento e complicato.

A pagare per il mix di burocrazia e vecchiaia sono “proprio i cittadini a cui questi servizi dovrebbero essere serviti e garantiti”.

Giampiero Catone: lo Stato deve tornare ad assumere

“C’era una volta – ricorda con amarezza Giampiero Catoneuna Italia che non solo cresceva e creava opportunità di lavoro e impiego ma c’erano posti fissi dove era possibile stratificare le conoscenze, fare carriera, puntare su obiettivi personali e del sistema Paese. C’era uno Stato che assumeva con regole durature che funzionavano, tanto da permettere al lavoratore di costruire la propria identità professionale e di vita attorno a quel punto essenziale di riferimento che è il lavoro”.

Oggi i salari sono diventati più bassi, i giovani passano in continuazione da un’esperienza all’altra e misure come quella del Reddito di Cittadinanza avrebbero agevolato una svalutazione del lavoro. Lo Stato, secondo Giampiero Catone, dovrebbe piuttosto indirizzare le risorse per finanziare progetti e imprese che porterebbero all’assunzione di ragazzi e professionisti, ma soprattutto dovrebbe tornare “ad essere il datore di lavoro per tutto ciò di cui il Paese ha bisogno”.