Investimenti di A2A per efficientare il ciclo idrico

In occasione del convegno organizzato da A2A sulla gestione delle risorse idriche, l’AD Renato Mazzoncini ha spiegato che il tema dell’acqua è spesso sottovalutato.  Approfondite le strategie a breve e medio termine da adottare per la tutela di questa risorsa.

 L'Amministratore Delegato di A2A, Renato Mazzoncini

L’Italia trattiene solo l’11% dell’acqua piovana, la media europea è 25%

Se c’è qualcosa che gli ultimi anni hanno insegnato all’Italia è che l’acqua è una risorsa fondamentale e che è importantissimo gestirla in modo appropriato: il convegno “Senza acqua, Troppa Acqua. Azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori”, organizzato da A2A, ha affrontato proprio questo tema alla presenza dell’AD Renato Mazzoncini.

Il manager ha ricordato come il Paese abbia sofferto, di recente, due gravissime crisi legate all’acqua: alla sua scarsità, durante la siccità del 2022, e alle piogge intense, come nel caso dell’alluvione in Emilia Romagna. Nel primo caso “Nel 2022 in Italia sono mancati 36 miliardi di metri cubi d’acqua, l’equivalente di 60 laghi Trasimeno o di tutto il lago Maggiore. Di questi 36 miliardi 7 erano collegati alle falde e quindi si è perso un quantitativo d’acqua pari a quella consumata da 14 milioni di italiani o 80mila imprese”.

Ettore Prandini, leader di Coldiretti, ha aggiunto che l’Italia trattiene solo l’11% della sua acqua piovana, mentre secondo gli esperti dovrebbe esserne raccolto circa il 50%. Tuttavia, secondo Renato Mazzoncini, le soluzioni esistono.

La strategia di A2A per la sicurezza idrica del Paese

Nel suo intervento, Renato Mazzoncini ha sottolineato come il consumo pro-capite di acqua dell’Italia sia 200 litri al giorno, circa il triplo di quanto consumato dai cittadini tedeschi. Tra le cause gli sprechi dovuti a infrastrutture acquedottistiche italiane vetuste che disperdono circa il 42% dell’acqua trasportata. A Brescia, dove opera A2A “abbiamo introdotto il sistema Aquarius: sensori dentro le tubature che segnalano le perdite, riparabili in modo localizzato senza drastici interventi di scavo”.

Dal convegno più in generale è emersa l’importanza di impiegare le risorse del PNRR per l’efficientamento delle infrastrutture idriche, anche a partire dal recupero delle acque grige. Renato Mazzoncini ha posto l’attenzione sulla necessità di un piano di investimenti nazionale da 32 miliardi dedicati all’efficientamento del ciclo idrico.