La crisi energetica sembra rallentata in questo momento, perché molti Paesi europei hanno fatto scorte, seppur a caro prezzo. Ma è un sollievo temporaneo, dal momento che prima o poi i depositi torneranno sotto la soglia minima e bisognerà scegliere come rifornirli, pena non solo il freddo nelle abitazioni, ma il blocco dell’industria e quindi dell’economia nazionale. Il combustibile russo rimane ancora l’unica fonte in grado di sostenere in maniera ragionevole i Paesi europei, che piaccia o no, ma in questo momento è inaccessibile per ragioni politiche. A qualcuno, però, è venuta in mente una soluzione che potrebbe accontentare molti soggetti sia in ambito politico che commerciale: il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha proposto al suo omologo turco Recep Tayyip Erdoğan di costruire un hub in Turchia che possa servire il continente europeo.
Un’idea realizzabile e fruttuosa, ma complessa
Costruire un hub che funga sostanzialmente da centro di smistamento del gas russo in Europa salverebbe capra e cavoli, come si suol dire, ma non è realizzabile nell’immediato. Vi è una serie di questioni tecniche e pratiche da risolvere, per non parlare delle obiezioni politiche che alcuni potenziali acquirenti solleveranno, e per questo motivo Erdoğan ha rimandato la sua risposta finale, pur accettando in via preliminare la proposta russa.
Per rendere questo hub conveniente dal punto di vista economico e giustificare la mole di investimenti che andranno fatti, è probabile che bisognerà collegarvi altre i gasdotti di altri Paesi oltre a quelli russi.
Ma come prima cosa bisogna selezionare il luogo adatto e valutare quali impianti costruire o adattare. Quel che è sicuro è che si utilizzerebbe in primo luogo il TurkStream, il gasdotto turco che passa nel Mar Nero fino alla penisola anatolica.
I vantaggi per la Turchia
A livello economico, diventare la distributrice del gas russo e del combustibile di altri Paesi salverebbe la grave situazione in cui Ankara è finita. Sono infatti mesi, se non anni, che la lira turca è soggetta a forte svalutazione, ai limiti del crollo, e l’inflazione sta lacerando il tessuto economico del Paese.
Ne risente ovviamente il prestigio del “sultano” Erdoğan, che verrebbe ristabilito dal ruolo fondamentale assegnato alla Turchia da tale hub. Il vantaggio politico per lui è quello di presentarsi come l’unico leader di uno Stato membro della NATO che dialoga con Putin in maniera franca e paritaria. In vista delle elezioni presidenziali e parlamentari del 2023, l’idea dell’hub può essere da lui sfruttata come un prezioso jolly.
FONTE: https://strumentipolitici.it/la-turchia-come-hub-per-il-gas-russo-in-europa-erdogan-ha-tutto-da-guadagnarci/